Il futuro di ChatGPT in Italia: OpenAI, la società sviluppatrice dello strumento di AI ChatGPT, è stata intimata dal Garante per la protezione dei dati personali ad adeguarsi entro il 30 aprile alle misure in materia di trasparenza, diritti degli interessati e base giuridica del trattamento dei dati degli utenti.
ChatGPT è di nuovo accessibile in Italia. Dopo un incontro con il Garante Privacy, OpenAI ha introdotto nuove misure per la protezione dei dati, come richiesto dall’Autorità italiana.
In particolare, OpenAI ha pubblicato un’informativa, dedicata a tutti gli utenti e non utenti, nella quale spiega quali dati personali vengono trattati per l’addestramento degli algoritmi e con quali modalità. Agli utenti europei viene inoltre riconosciuto il diritto di opporsi al trattamento dei loro dati personali. Per quanto riguarda il requisito dell’età minima, OpenAI ha inserito nella maschera di registrazione al servizio la richiesta della data di nascita prevedendo un blocco alla registrazione per gli utenti minori di tredici anni.
Puoi leggere il comunicato ufficiale qui.
OpenAI è chiamata a redigere e rendere disponibile un’informativa sul proprio sito web che descriva le disposizioni per il trattamento dei dati e la logica richiesta per il funzionamento di ChatGPT, insieme ai diritti degli interessati. Agli utenti italiani è necessario mostrare quest’informativa prima del completamento della registrazione, mentre agli utenti registrati l’informativa dovrà essere mostrata al momento dell’accesso al servizio.
OpenAI è chiamata a implementare un sistema di richiesta dell’età e a presentare un piano per il sistema di verifica dell’età entro il 30 settembre 2023, per escludere l’accesso agli utenti minori di 13 anni e ai minori di 18 anni per i quali manchi il consenso dei genitori. La società deve inoltre promuovere una campagna di informazione di concerto col Garante per informare le persone sull’uso dei loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi.
OpenAI deve mettere a disposizione degli interessati, anche non utenti, strumenti di facile accesso per ottenere la rettifica dei dati personali che li riguardano o la cancellazione degli stessi nel caso la rettifica non fosse tecnicamente possibile.
Il Garante ha consentito a OpenAI di utilizzare i dati personali per addestrare l’algoritmo utilizzando il legittimo interesse come base giuridica, con un approccio analogo a quello usato dai motori di ricerca per l’indicizzazione del web. In questo modo la palla passa a OpenAI, ma il Garante si riserva il diritto di valutare nel merito il ricorso al legittimo interesse come base giuridica in futuro.
Il Garante proseguirà nell’accertamento delle eventuali violazioni della disciplina vigente e si riserva l’adozione di ogni ulteriore o diversa misura che si rendesse necessaria a conclusione dell’istruttoria formale.
In risposta, OpenAI ha deciso di intraprendere un dialogo costruttivo con il Garante, che è stato estremamente pragmatico nel trovare una soluzione che fosse praticabile per OpenAI.
È una situazione in cui tutti ci guadagnano: OpenAI ottiene direttamente dall’autorità delle linee guida ragionevoli entro le quali operare nel rispetto del GDPR, il Garante è soddisfatto del sostanziale rispetto delle norme e i diritti dei cittadini sono protetti.
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