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Non possono dimostrare la validità dei consensi ottenuti: il Garante li multa 120.000 euro

Di recente il Garante Privacy ha reso nota una sua azione contro due siti di comparazione di polizze, che sono stati multati 120.000 euro perché non sono riusciti a dimostrare la validità dei consensi acquisiti.

La sentenza è stata emessa a quasi un anno dall’inizio dell’indagine, che ha preso il via da alcune segnalazioni e un reclamo.

Dagli accertamenti condotti sui siti coinvolti, il Garante ha notato che:

  • Al momento della compilazione delle informazioni per ricevere il preventivo richiesto, alcuni consensi erano segnati come “obbligatori” e altri – come il consenso alle attività di marketing – erano pre-selezionati.
  • Una volta ricevuto il preventivo via mail, l’utente poteva visualizzare il risultato cliccando su un link “Vai al preventivo”. Una volta cliccato il link, tutti i consensi facoltativi venivano salvati come prestati, anche se in fase di compilazione si era negato il consenso.

La società ha chiarito che questo è accaduto per un bug di sistema e che non è stata un’azione volontaria. Comunque, per 9.700 utenti è stato registrato un consenso che non dimostra la loro reale volontà e per 2.155 utenti è stato salvato un consenso che invece non era mai stato espresso.

Tutto questo ha portato il Garante alla sua decisione finale: una multa di 120.000 euro.

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In che modo è stato violato il GDPR?

Per il GDPR, il consenso è una questione di grande importanza e deve rispettare dei requisiti precisi: deve essere libero, specifico, informato e revocabile. Nel caso esposto qui, non si trattava di consenso libero, perché alcune caselle del modulo per richiedere il preventivo erano pre-selezionate.

La ragione della multa è stata l’incapacità dei titolari del trattamento di dimostrare che i consensi che avevano ottenuto erano stati raccolti in linea con le disposizioni del GDPR.

È infatti responsabilità del titolare predisporre una prova del consenso inequivocabile che contenga:

  • da chi e quando è stato prestato il consenso;
  • quali preferenze sono state espresse;
  • informative legali o privacy in vigore quando è stato raccolto il consenso;
  • quale modulo è stato compilato al momento del conferimento del consenso;
  • eventuale revoca del consenso.

Come raccogliere una prova del consenso

Raccogliere una prova del consenso che contenga tutti questi elementi non è semplice, però ci sono soluzioni che possono venirti in aiuto, come la Consent Solution di iubenda.

Grazie alla Consent Solution, puoi adeguare i tuoi form e archiviare una prova del consenso come richiesto dal GDPR:

  • si integra perfettamente con i tuoi moduli di raccolta dati (puoi scegliere l’opzione di integrazione che preferisci: plugin WordPress, frontend/JavaScript, backend/HTTP API o strumenti di automazione come Zapier e Make)
  • si sincronizza con i tuoi documenti legali
  • include un’intuitiva dashboard che ti permette di recuperare i consensi in qualsiasi momento

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💡 Con le ultime linee guida del Garante Privacy in materia di cookie, il requisito della prova del consenso si applica anche al consenso ai cookie. Quindi, potresti aver bisogno anche del Registro Preferenze Cookie e Consensi, se il tuo sito fa uso di cookie non tecnici.